Sono passati 31 anni da quando la Volkswagen correva nella Pikes Peak.
E quest’anno ha deciso di farvi ritorno, realizzando un prototipo elettrico, una coupé guidata dal pilota francese Romain Dumas che cercherà di stabilire il record sul tempo per auto a batterie.
Si chiama I.D. R, ed è una vettura che non ha nulla a che vedere con quella in gara nel 1987: una versione elaborata e potenziata della Golf, dotata di due motori a benzina di 1.8 litri, in grado di sviluppare una potenza di 650 cv.
Cos’è la Pikes Peak? Volkswagen idr Pikes Peak
Si tratta di una cronoscalata automobilistica (e anche motociclistica) proprio lungo le pendici del Pikes Peak, altura statunitense, situata nel Colorado, all’estremità orientale delle Montagne Rocciose.
La corsa si disputa ogni anno, ed è caratterizzata da una serie di curve di 19,99 chilometri con arrivo a 4.300 metri sul livello del mare.
Volkswagen: i dettagli
Nel 1987 il progetto della Golf venne ultimato dalla Volkswagen in 6 mesi e fu curato dall’ingegnere Kurt Bergmann, titolare di una scuderia di Formula 1 negli anni Sessanta che fece correre anche il giovane Niki Lauda.
Bergmann, entrato nel mito dei motori, ed i tecnici coinvolti, svilupparono un’auto che aveva pochi tratti in comune con quella in vendita, dal telaio monoscocca in alluminio alla carrozzeria in plastica.
Davanti e dietro la cabina di guida erano montati in senso longitudinale due motori quattro cilindri 1.8, gli stessi della Golf GTI, dotati di una turbina KKK per aumentare la potenza da 139 CV a 326 CV. Volkswagen I.D. R. Pikes Peak
Ogni motore aveva un proprio cambio, quindi la Volkswagen Golf poteva avere la trazione anteriore, posteriore, o su tutte e quattro le ruote.
All’epoca, però, la Pikes Peak era una corsa ai limiti dell’adrenalina, spesso pericolosa: il terreno non era asfaltato e le automobili erano dei veri e propri mostri.
La Golf, ad esempio, era un bolide da 652 CV per soli 1.020 kg, lungo 20 cm in più di quella in vendita ma pur sempre molto compatto (420 cm).
Il pilota Jochi Kleint stabilì il quarto miglior tempo utilizzando un solo motore durante le qualifiche, ma in gara non ottenne gli stessi risultati. Anzi, si ritirò a causa di un guasto nel circuito della lubrificazione.
Lo stesso modello oggi è stato restaurato nel garage dello specialista Jörg Rauchmaul, che, col permesso di Bergmann, ha limitato la potenza del motore a circa 500 CV. Nei giorni scorsi, è stato esibito al fianco della I.D. R.
Oggi
“R” che contraddistingue tutte le auto dalle grandi prestazioni della Marca. “I.D.“, simbolo della mobilità elettrica intelligente della Volkswagen.
Il nuovo modello gode di due propulsori. Due motori elettrici (come nel passato) che generano una potenza totale di 500 kW (680 cv).
Le batterie sono agli ioni di litio, come nelle auto elettriche di serie. Ma si punta più al “recupero“: i motori, in grado di funzionare da generatori, recuperano, infatti, l’energia di frenata trasformandola in corrente elettrica per ricaricare le batterie.
E per la strada che c’è da macinare, questa è davvero una manna dal cielo. Quando la vedremo in pista? Il 24 giugno.
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