È un mondo in continua evoluzione quello dei tattoo. Sono sempre più numerosi coloro che decidono di imprimere le emozioni sulla pelle, attraverso frasi, disegni, forme e colori.

Quella del tatuatore è dunque un’arte raffinata. Chi realizza tatuaggi lascia un segno che rimane per sempre, che racconta storie, sogni progetti.

Noi di Men’s Enjoy abbiamo intervistato Giuseppe Zazzera, che i tatuaggi li realizza da ben 25 anni.

Ci siamo fatti raccontare qualcosa di più su di lui e su questo mondo che continua a sorprendere e ad affascinare. giuseppe zazzera

Giuseppe, com’è nata la passione per i tatuaggi?

La passione per i tatuaggi è nata quando ero ragazzino. Essendo nato a Napoli, nei quartieri spagnoli, vivevo a pochi passi dal porto. Stavo a stretto contatto con i marinai americani, e loro erano completamente tatuati.

Anche in famiglia avevo molte persone che navigavano, e anche loro mi raccontavano storie di tatuaggi. Così è nata la mia passione per il tatuaggio.

Realizzo tatuaggi da 25 anni, ho iniziato a tatuare nel 1993. È cominciato tutto per caso. All’epoca mi interessavo di stampe serigrafiche, e stampavamo le magliette per la Sesta Flotta Americana. Un giorno, mentre aspettavo delle magliette da stampare per una portaerei americana che era arrivata a Napoli, mi misi a sfogliare delle riviste e tra queste trovai dell’attrezzatura per tatuaggi.

Strappai quel foglio e dopo un po’ di tempo, racimolati i soldi per comprare l’attrezzatura, la comprai. Così ho iniziato a tatuare, anche se quando ho iniziato i tatuaggi non andavano forte come adesso.

Giuseppe Zazzera tatuatore

Nel 1994 ho aperto il mio studio.

Com’è cambiato, secondo te l’approccio dei giovani ai tatuaggi e quanto Internet è intervenuto in questo processo?

L’essere umano si è sempre tatuato, lo fa da migliaia di anni. Penso che questo fenomeno si sia diffuso anche grazie ai social e ai personaggi del mondo dello spettacolo o del calcio, che sono tatuati, e quindi i giovani tendono a imitarli.

Personalmente credo che oggi ci si tatui in malo modo. Una volta non si pensava neanche lontanamente che un ragazzo di 18 anni, senza neanche un puntino sul corpo, andasse da un tatuatore a chiedergli di tatuarsi, per esempio, tutta la mano o il collo.

Chi era tatuato, una volta, tendeva a tenere nascosti i tatuaggi.

Quindi, secondo te, sono stati eliminati anche tutti i pregiudizi al riguardo?

Sì, ma non la reputo una cosa positiva, perché un tatuaggio rimane per sempre una volta fatto. Un giovane che viene a tatuarsi, senza sapere quale sarà il suo futuro – se intraprenderà una carriera politica o farà il militare – andrà in contro ad alcuni pregiudizi che sono ancora rimasti.

Questa diffusione dei tatuaggi da un lato è stata positiva, dall’altro molto negativa.

Ti è mai capitato che ti chiedessero di realizzare un tatuaggio talmente assurdo da spingerti a rifiutare di farlo?

Richieste assurde no, più che altro è capitato che delle persone prive di tatuaggi mi chiedessero di farne uno in determinati posti del corpo e io gli abbia consigliato di riflettere.

Non ho mai rifiutato, ma spesso aiuto i miei clienti a riflettere sul tipo di tatuaggio e sulla parte del corpo in cui farlo.

A proposito, qual è la tendenza tatuaggi più gettonata del momento?

tatuaggi Giuseppe Zazzera

In questo periodo sono tornati alla ribalta i tatuaggi tradizionali, che erano stati un po’ abbandonati. Cuori, rose, aquile… poi i mandala, i tatuaggi orientali, e poi il tatuaggio realistico, che è molto richiesto.

Si sente dire spesso che i tatuaggi facciano male alla pelle. Qual è la verità al riguardo?

Dagli ultimi studi effettuati è stato rilevato che, rispetto all’atto del fare un tatuaggio, è peggio tentare di rimuoverlo con il laser.

Dal momento in cui il laser agisce, infatti, le particelle vengono distrutte e cominciano ad andare in circolo. E poi, quando si fa un tatuaggio, l’inchiostro rimane bloccato nel punto in cui viene iniettato.

C’è anche da dire che, a oggi, non esiste qualcosa che non faccia male. Forse i tatuaggi sono il male minore.

Il tuo profilo Instagram è un’ampia vetrina dei tuoi lavori. Quale feedback ricevi dalle persone, attraverso – per esempio – commenti e messaggi?

Ricevo continuamente complimenti per quello che faccio. E poi la gente ammira l’aspetto più professionale del mio lavoro, il fatto che io dia loro consigli e illustri i pro e i contro di ogni lavoro.

L’immagine che la gente ha di me, a parte il mio late artistico, riguarda sopratutto il mio lato umano e professionale.

A proposito, vorrei suggerire ai ragazzi di non affidarsi a qualcuno solo basandosi sul numero dei follower che ha sui social. È importante andare a conoscere la persona e cercare di comprendere la sua reale esperienza sul campo.

I follower non possono assicurare l’esperienza.

E Giuseppe, di esperienza, ne ha davvero tanta. Andate a trovarlo nel suo studio a Napoli!

giuseppe zazzera

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