Football Leaks fa delle rivelazioni sulla commissione di Mino Raiola in merito al trasferimento di Paul Pogba al Manchester United.
La rivelazione cita un portavoce della federazione internazionale: “Possiamo confermare che è stata aperta una procedura disciplinare contro la Juventus”.
Il Manchester United sarebbe già stato dichiarato innocente, mentre è finito sotto la lente d’ingrandimento il comportamento della Juventus. Una notizia potenzialmente molto dannosa, se confermata.
Secondo un’indiscrezione proveniente da la France Presse la FIFA avrebbe messo quel trasferimento da 105 milioni di euro sotto inchiesta.
Cosa rischia la juve ?
La Juventus se giudicata colpevole, potrebbe incappare in una scala di sanzioni. Da una pena pecuniaria fino al blocco del mercato in entrata.
Sembra che dei 105 milioni di euro pagati la scorsa estate dalla squadra inglese, 27 sarebbero andati al procuratore e alla sua società Topscore Sports Limited, secondo un accordo firmato da Beppe Marotta e da Raiola circa tre settimane prima della vendita del giocatore.
L’8 agosto 2016, invece, il Manchester United avrebbe concordato con il procuratore il pagamento di 19,4 milioni di euro da pagarsi in cinque rate entro la fine del settembre 2020.
A queste cifre, stando a Football Leaks, si aggiunge il compenso dovuto da Pogba all’agente, altri 2,6 milioni di euro. Un totale di 49 milioni.
Il problema non sono le cifre in sé dell’operazione ma l’infrazione del regolamento in termini di TPO (third-part ownership).
La FIFA ha proibito che il cartellino di un calciatore possa essere in possesso di una terza parte oltre a un club e al giocatore stesso.
Un agente (o un fondo d’investimento), di fatto, non può disporre di alcuna percentuale.
Una norma che molto spesso è stata aggirata sostituendo questa quota con una percentuale sulla rivendita futura del giocatore. Uno scenario a cui rischierebbe di essere ascritto l’accordo tra Raiola e la Juventus che ha partorito gli introiti monstre per il procuratore. A patto che tutto ciò sia effettivamente provato. Proprio per questo, la FIFA vorrebbe vederci chiaro.